Sul Filo della Scadenza: Un'Artista in Equilibrio tra Pressione e Passione
- Alice Zanivan
- 20 minuti fa
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C'è un momento preciso in cui una scadenza smette di essere una data lontana sul calendario e diventa una presenza costante, quasi fisica, nella stanza. Per me, quel momento è un cocktail di emozioni contrastanti.
Da un lato c'è l'ansia, il timore che aumenta esponenzialmente e quella vocina insicura che sussurra "non ce la farai", non importa quanto mi stia dedicando al progetto.
Dall'altra, però, c'è l'entusiasmo, il fuoco di un'idea in cui credo davvero e la voglia incontenibile di vedere finalmente il risultato concreto tra le mie mani.

Benvenuti nel mio Bunker Creativo
Quando sono sotto pressione, questo cocktail di emozioni si manifesta fisicamente nel mio studio. Non sono mai stata una persona particolarmente ordinata, ma in "modalità scadenze" il caos regna sovrano. Proprio oggi, mentre scrivo questo articolo, mio marito è entrato e mi ha preso in giro notando le due caraffe, due tazze e il bicchiere sparsi sulle mie scrivanie. È il riflesso esteriore della vera battaglia, quella interiore: la paura di non farcela in tempo.
Quando lavori a un progetto personale come IVAR, sei tu a decidere i tempi.
Ma quando collabori con uno sceneggiatore e un editore, diventi un ingranaggio all’interno di un meccanismo ben più grande. Se non rispetti le scadenze, causi disagi a un'intera filiera. È una bella responsabilità, e il suo peso si sente.
Ancore di Salvataggio
Per non soccombere in questo caos creativo, mi aggrappo a delle piccole ancore di salvataggio. Al mattino, una candela profumata aiuta a creare l'atmosfera. Durante il giorno, la pratica del QiGong mi permette di schiarire la mente e sciogliere la tensione fisica accumulata stando china sul tavolo da disegno.
E poi c'è la colonna sonora della mia concentrazione: musica, podcast, audiolibri. Avere un sottofondo parlato o musicale mi ha sempre aiutata a concentrarmi e, senza dubbio, è un'ottima compagnia.

La Bussola Interiore e l'Arte di Scegliere
Ma la vera gestione dell'energia sta nelle scelte che si fanno a monte. Con il tempo, ho imparato a dire dei "no". Mi sono data una regola semplice ma ferrea: accettare solo i progetti che, fin dal primo racconto, mi fanno venire la "pelle d'oca".
Se non sento subito quel brivido, preferisco rinunciare, anche se comporterebbe un compenso significativo. Ho dedicato la mia vita all'arte perché amo disegnare e raccontare storie; se la storia che mi viene proposta non mi colpisce, non vedo il senso di lavorarci.
Più di recente, ho imparato un'altra lezione fondamentale: a volte bisogna fare un passo indietro anche con i progetti che si amano. Con la volontà di portare avanti tutto insieme, mi sono resa conto che stavo solo rallentando su più fronti. Bisogna avere la coscienza di dire "ok, non ce la faccio a gestire tutto, cosa posso lasciare in stand-by per il momento?".
Il Fuoco Sacro della Creazione
E allora, cosa mi spinge ad andare avanti quando la stanchezza prende il sopravvento? In verità, è tutto il processo. È la magia di vedere un libro prendere forma, dalla bozza alla versione definitiva, quasi come se prendesse vita tra le tue mani.
Certo, ci sono momenti di sconforto in cui vorrei scaraventare tutto fuori dalla finestra, ma poi la gioia di vedere il lavoro compiuto è veramente immensa. Quando ho avuto tra le mani il mio primo libro stampato ho quasi pianto. Anche se è un lavoro, anche se a volte è logorante, ogni mattina mi sveglio felice all’idea di sapere che anche quel giorno creerò qualcosa.
La Pausa che (Forse) Non Arriva Mai
E qual è il mio sogno una volta consegnato tutto? Mi dico sempre che entrerò in eremitaggio, che non vorrò più sentir parlare di fumetti per un po'... ma la verità è che, all'atto pratico, il giorno dopo sono già di nuovo al lavoro su qualcos'altro.
Forse, la vera ricompensa, è proprio questa.
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